NOTE DI REGIA
Il rumore di una solitudine, questo ho voluto sottolineare. I dettagli sonori che amplificano un silenzio interiore, un’incapacità al parlarsi che ha ormai svuotato di ogni contenuto il loro rapporto d’amore, ne ha fatto smarrire ogni fievole passione, ogni ardore: il senso. Salvo poi ritrovarlo e infiammarsi all’accendersi illusorio ed effimero di un fugace sogno impossibile. E proprio perché di pensieri, di nevrosi, di illusioni e di sogni si tratta, abbiamo cercato di rappresentarli, di portarli in scena, sentendoli così come spesso li sentiamo, guidando, camminando, aspettando. Un parlare da soli quasi inconsapevole, tradito anche da una fisicità attenta ad altro. Così che mentre lo sguardo cerca l’incontro sperato, il pensiero si sofferma su dialoghi immaginari, su conflitti coniugali, su rivalse professionali, su speranze fortemente volute. Con l’unico risultato di smarrirsi di nuovo, di perdersi, di annullare ogni percezione e non accorgersi, non volersi accorgere, dell’evidente: il fallimento.