Non la biografia ma il mito di Fred Buscaglione e le sue “Criminal songs”, dense di ironia e ambientate tra i duri della Chicago di Al Capone, sono lo spunto di partenza per una storia del tutto inventata.
In un’immaginaria divisione tra l’artista e la sua maschera, il giovane Ferdinando ha un sogno frustrato: unire lo swing americano con la melodia italiana. Una sera, in piena crisi creativa e sentimentale, incontra il diavolo di nome Freddy, che tutto può e che gli offre l’occasione di trovare lo stile giusto in cambio dell’anima. Uno spettacolo coinvolgente e ricco di divertenti situazioni, che punta su una regia basata sul ritmo e la fluidità del racconto, il tutto sostenuto dalle musiche eseguite e cantate dal vivo da Andrea Murchio; musiche presenti con la loro forza trascinante, con le loro atmosfere romantiche o ironicamente aggressive; la grande musica di Fred Buscaglione, con il loro carattere a volte giocoso, a volte un po’ malinconico. Musiche certamente di grande suggestione, e grazie alle quali si viene coinvolti in un racconto in cui la musica, i sentimenti, l’amicizia, la funzione a volte demiurgica dell’Arte sono i veri temi di questa gradevole storia affidata a due attori capaci di completarsi a vicenda.