RASSEGNA STAMPA – IL GIOVANE FRANCESCO

TUSCIA MEDIA – on line

Il “Giovane Francesco” in scena a Palazzo dei Priori
venerdì 27 maggio 2011
Oggi e domani sabato 28 maggio 2011, va in scena nel Giardino di Palazzo dei Priori a Viterbo la pièce “Il giovane Francesco”, scritta e diretta da Pierpaolo Palladino.
Lo spettacolo è il terzo lavoro consecutivo (dopo “Brancaleone” e i “Racconti Improvvisati”) che Palladino realizza con i ragazzi diversamente abili e i volontari dell’Associazione Eta Beta di Viterbo. È il frutto di un anno di costante lavoro di gruppo articolato in diverse fasi: dalla scrittura del testo, nata da improvvisazioni coi ragazzi stessi, al montaggio dello spettacolo finale. 

Non è un teatro convenzionale quello dove si allestisce la rappresentazione: si rompe la separazione tra palco e platea per un’azione teatrale condivisa direttamente con gli spettatori. I ragazzi sperimentano così uno spazio scenico dinamico agendo su quattro palchi distinti spostandosi continuamente da un punto all’altro ed alternando poi parti a memoria ad azioni improvvisate.
Lo spettacolo si arricchisce delle coreografie di Sabrina D’Aguanno che gestisce il laboratorio di espressione corporea. Le coreografie degli spettacoli nascono dalle improvvisazioni dei ragazzi e solo alla fine vengono dirette e codificate in un linguaggio uguale e leggibile per tutti.
I ragazzi in questo percorso triennale hanno assunto più padronanza e coscienza del loro corpo e dei loro movimenti riescono maggiormente ad identificarsi in esso e quindi a creare la propria danza senza inibizioni ed imbarazzi.
Oltre a recitare si insegna ai giovani a sapersi gestire da soli in un laboratorio che non è solo teatrale ma educativo; una vera e propria scuola di vita.

 

ON TUSCIA – online
“Il giovane Francesco”, altri due appuntamenti con il teatro integrato di Eta beta
In Arte&Spettacolo
mercoledì 25 maggio 2011 – 11:08:18

VITERBO – (m) Dopo il successo di “Pinocchio”, messo in scena il 13 e 14 maggio presso l’ex Tribunale di Viterbo, torna il teatro integrato di Eta Beta. L’appuntamento è per venerdì 27 e sabato 28 maggio, alle ore 21.30.

Nel giardino di Palazzo dei Priori in Piazza del Plebiscito, dove sarà messo in scena “Il giovane Francesco”, con la regia di Pierpaolo Palladino. Per l’associazione Eta Beta, guidata dal presidente Aurelio Cozzani, l’esperienza teatrale costituisce ormai un punto cardine nelle attività di integrazione dei giovani diversamente abili. Avviato a Viterbo nel 1997 dal neuropsichiatra infantile Giorgio Schirripa, il teatro integrato prevede la presenza sul palco e dietro le quinte di attori, musicisti, volontari, educatori e costumisti. La preparazione dello spettacolo ha visto consolidarsi la collaborazione tra gli educatori di Neuropsichiatria infantile della Asl di Viterbo, diretta dal dottor Marco Marcelli, e la cooperativa “Gli anni in tasca”, giunta al dodicesimo anno di attività. Lo spettacolo è stato realizzato con il sostegno del Comune di Viterbo, della Provincia e della Regione Lazio
“Il giovane Francesco”, che vede il coordinamento educativo di Gianpietro Brizi e l’intervento professionale degli educatori Alberto Furlan e Francesca Loppi, è la terza opera messa in scena da Pierpaolo Palladino con i ragazzi di Eta Beta. “Come nei due anni precedenti – spiega il regista – da novembre a maggio il costante lavoro di gruppo è stata la cifra stilistica del laboratorio che ha preceduto sia la scrittura del testo, nata da improvvisazioni coi ragazzi stessi, che il montaggio dello spettacolo finale.
Un cammino triennale che ha portato i ragazzi a confrontarsi prima con la coralità di ‘Brancaleone’, nel quale erano tutti impegnati in scena per l’intera durata dello spettacolo e poi con i ‘Racconti Improvvisati’ in cui alla coralità si aggiungeva il gioco dell’improvvisazione e del reciproco ascolto. Quest’anno la terza fase consiste nello sperimentare oltre alla coralità e all’improvvisazione uno spazio scenico dinamico, rompendo la separazione tra palco e platea per un’azione teatrale condivisa direttamente con gli spettatori”. Durante lo spettacolo il pubblico si muoverà dietro gli attori che agiranno su quattro palchi distinti nel giardino del Palazzo dei Priori, spostandosi continuamente da un punto all’altro ed alternando sia parti a memoria che azioni improvvisate.

 

CIVITA NEWS
Oggi e domani a Viterbo va in scena “Il giovane Francesco” di Pierpaolo Palladino con l’associazione Eta Beta
27 maggio 2011

OGGI, venerdì 27 e domani  sabato 28 maggio 2011 va in scena nel Giardino di Palazzo dei Priori a Viterbo la pièce “Il giovane Francesco”, scritta e diretta da Pierpaolo Palladino.
Lo spettacolo è il terzo lavoro consecutivo (dopo “Brancaleone” e i “Racconti Improvvisati”) che Palladino realizza con i ragazzi diversamente abili e i volontari dell’Associazione Eta Beta di Viterbo. È il frutto di un anno di costante lavoro di gruppo articolato in diverse fasi: dalla scrittura del testo, nata da improvvisazioni coi ragazzi stessi, al montaggio dello spettacolo finale.
Non è un teatro convenzionale quello dove si allestisce la rappresentazione: si rompe la separazione tra palco e platea per un’azione teatrale condivisa direttamente con gli spettatori. I ragazzi sperimentano così uno spazio scenico dinamico agendo su quattro palchi distinti spostandosi continuamente da un punto all’altro ed alternando poi parti a memoria ad azioni improvvisate.
Lo spettacolo si arricchisce delle coreografie di Sabrina D’Aguanno che gestisce il laboratorio di espressione corporea. Le coreografie degli spettacoli nascono dalle improvvisazioni dei ragazzi e solo alla fine vengono dirette e codificate in un linguaggio uguale e leggibile per tutti.
I ragazzi in questo percorso triennale hanno assunto più padronanza e coscienza del loro corpo e dei loro movimenti riescono maggiormente ad identificarsi in esso e quindi a creare la propria danza senza inibizioni ed imbarazzi.
Oltre a recitare si insegna ai giovani a sapersi gestire da soli in un laboratorio che non è solo teatrale ma educativo; una vera e propria scuola di vita.

TRAMA
Il testo immagina Francesco d’Assisi colto nella sua giovinezza ancora spensierata, figlio amato e dedito al lavoro con la bottega del padre. Il ritorno dalla guerra che lo porterà ad una crisi esistenziale e al cambiamento radicale della propria vita, solidarizzando coi poveri e i malati sarà motivo di scandalo per la comunità che non lo riconosce più e ne resta turbata. Francesco appare come un folle che gioca felice coi bambini e si dedica anima e corpo alla ricostruzione di una chiesa abbandonata, primo atto del suo rivoluzionario percorso spirituale. Ad amici e parenti, testimoni turbati dal suo agire non resta che porsi la domanda: “è possibile essere felici portando una croce ?”
————————————————————————————————————
La tutela della salute mentale e la riabilitazione in età evolutiva sono compiti fondamentali del Servizio Sanitario nazionale. Per attuare un programma  efficace in questo ambito è necessario intervenire mediante un’azione convergente e sinergica sul piano ambulatoriale e su quello riabilitativo. I “Laboratori teatrali integrati” sono parte integrante del processo formativo in quanto contribuiscono al perseguimento delle finalità principali della NPI: la crescita globale e, in accordo con le indicazione della OMS, la promozione del benessere e della qualità della vita del ragazzo e della sua famiglia. Per le sue caratteristiche il laboratorio teatrale integrato si configura come un’esperienza unitaria, organica e completa sul piano educativo, riabilitativo e culturale. Il teatro integrato, che si colloca nel contesto del “Teatro Sociale”, è uno spazio privilegiato di comunicazione; agisce su diverse competenze; promuove la percezione e l’espressione si sé, l’elaborazione delle proprie emozioni e il senso di appartenenza ad un gruppo. Nell’esperienza del “fare teatro” ognuno esprime se stesso in modo unico ed originale: cadono le “diversità” e si valorizzano le “differenze”.
Dr. Marco Marcelli

Il giovane Francesco – laboratorio 2010-2011

Il lavoro sul Giovane Francesco è il terzo lavoro consecutivo con il gruppo di utenti e volontari dell’Eta Beta onlus di Viterbo. Come nei due anni precedenti, da novembre a maggio il costante lavoro di gruppo è stata la cifra stilistica del laboratorio che ha preceduto sia la scrittura del testo, nata da improvvisazioni coi ragazzi stessi, che il montaggio dello spettacolo finale. Un cammino triennale che ha portato i ragazzi a confrontarsi prima con la coralità di “Brancaleone”, nel quale erano tutti impegnati in scena per l’intera durata dello spettacolo e poi con i “Racconti Improvvisati” in cui alla coralità si aggiungeva il gioco dell’improvvisazione e del reciproco ascolto. Quest’anno la terza fase consiste nello sperimentare oltre alla coralità e all’improvvisazione uno spazio scenico dinamico, rompendo la separazione tra palco e platea per un’azione teatrale condivisa direttamente con gli spettatori. Il pubblico si muoverà dietro gli attori che agiranno su quattro palchi distinti nel Giardino del Palazzo dei Priori, spostandosi continuamente da un punto all’altro ed alternando sia parti a memoria che azioni improvvisate. Il testo immagina Francesco d’Assisi colto nella sua giovinezza ancora spensierata, figlio amato e dedito al lavoro con la bottega del padre. Il ritorno dalla guerra che lo porterà ad una crisi esistenziale e al cambiamento radicale della propria vita, solidarizzando coi poveri e i malati sarà motivo di scandalo per la comunità che non lo riconosce più e ne resta turbata. Francesco appare come un folle che gioca felice coi bambini e si dedica anima e corpo alla ricostruzione di una chiesa abbandonata, primo atto del suo rivoluzionario percorso spirituale. Ad amici e parenti, testimoni turbati dal suo agire non resta che porsi la domanda: “è possibile essere felici portando una croce?”
Pierpaolo Palladino

 

Presentazione delle coreografie
Il laboratorio di espressione corporea si integra perfettamente in questo percorso triennale, i ragazzi hanno sempre più padronanza e coscienza del loro corpo e dei loro movimenti, riescono sempre di più ad identificarsi in esso e quindi a creare la propria danza senza inibizioni ed imbarazzi.
Le coreografie degli spettacoli nascono sempre dalle loro improvvisazioni e solo alla fine vengono dirette e codificate in un linguaggio uguale e leggibile per tutti.
Quest’anno i ragazzi si confronteranno con uno spazio scenico particolare: non c’è il teatro convenzionale, il pubblico è molto vicino e il contatto vero, quasi fisico, sarà inevitabile. Ecco perché i ragazzi, ancora di più, avranno bisogno di un’ottima relazione con il movimento per riuscire ad integrarsi con il pubblico stesso.
Sabrina D’aguanno

 

RASSEGNA STAMPA – IL GIOVANE FRANCESCO

E vissero felici e contenti – Racconti improvvisati 2009/2010

“E vissero felici e contenti” non si basa su un testo scritto ma su improvvisazioni, rappresenta perciò nella storia degli spettacoli dell’Eta Beta una novità assoluta. Partendo da un nucleo di favole tradizionali, il gruppo di attori ha rielaborato in vari modalità originali lo stile del racconto, conservando fino all’esibizione col pubblico un margine di improvvisazione. L’intento era di stimolare al massimo la creatività dei ragazzi per fornire loro uno stimolo in più, senza appiattirli nella parte imparata a memoria.
Il lavoro delle improvvisazioni, prima con un seminario e poi con l’allenamento sulla narrazione ha costituito il lavoro principale, ponendo sempre al centro la coralità e quindi il lavoro di gruppo e di integrazione, da cui hanno preso spunto le coreografie create da Sabrina D’Aguanno.

Come nei precedenti spettacoli Brancaleone e Macbeth Story, anche in questo i ragazzi sono stati in scena dall’inizio alla fine dello spettacolo e anzi ancora più esposti, in quanto non si sono potuti affidare alle battute fissate dall’autore ma alla capacità di raccontare e ascoltarsi a vicenda.
Il margine di rischio che comporta l’improvvisazione obbliga tutti a vigilare sulle possibili conseguenze per poter raggiungere e mantenere l’intesa di gruppo. L’esperimento insomma ha riacceso ulteriormente la sfida sulle difficoltà da raggiungere e superare mettendosi tuti in gioco, dal conduttore agli allievi e ai collaboratori del progetto che con questo debutto è giunta alla sua dodicesima edizione.
Pierpaolo Palladino

 

 

Presentazione “Il giovane Francesco”

Presentazione Il giovane Francesco

Laboratorio 2010-2011

Il lavoro sul Giovane Francesco è il terzo lavoro consecutivo con il gruppo di utenti e volontari dell’Eta Beta onlus di Viterbo. Come nei due anni precedenti, da novembre a maggio il costante lavoro di gruppo è stata la cifra stilistica del laboratorio che ha preceduto sia la scrittura del testo, nata da improvvisazioni coi ragazzi stessi, che il montaggio dello spettacolo finale. Un cammino triennale che ha portato i ragazzi a confrontarsi prima con la coralità di “Brancaleone”, nel quale erano tutti impegnati in scena per l’intera durata dello spettacolo e poi con i “Racconti Improvvisati” in cui alla coralità si aggiungeva il gioco dell’improvvisazione e del reciproco ascolto. Quest’anno la terza fase consiste nello sperimentare oltre alla coralità e all’improvvisazione uno spazio scenico dinamico, rompendo la separazione tra palco e platea per un’azione teatrale condivisa direttamente con gli spettatori

Il pubblico si muove dietro gli attori che agiscono su quattro palchi distinti nel Giardino del Palazzo dei Priori di Viterbo, spostandosi continuamente da un punto all’altro ed alternando sia parti a memoria che azioni improvvisate. Le coreografie, curate anche in questo caso da Sabrina D’Aguanno, sono nate come sempre dalle loro improvvisazioni e solo alla fine dirette e codificate in un linguaggio uguale e leggibile per tutti.

Il testo immagina Francesco d’Assisi colto nella sua giovinezza ancora spensierata, figlio amato e dedito al lavoro con la bottega del padre. Il ritorno dalla guerra che lo porterà ad una crisi esistenziale e al cambiamento radicale della propria vita, solidarizzando coi poveri e i malati, motivo questo di scandalo per la comunità che non lo riconosce più e ne resta turbata. Francesco appare come un folle che gioca felice coi bambini e si dedica anima e corpo alla ricostruzione di una chiesa abbandonata, primo atto del suo rivoluzionario percorso spirituale. Ad amici e parenti, testimoni turbati dal suo agire non resta che porsi la domanda: “è possibile essere felici portando una croce ?”

Pierpaolo Palladino

×