La matematica sentimentale – Motivazioni didattiche

La matematica sentimentale è uno spettacolo che si è rivelato particolarmente indicato per gli istituti superiori sia tecnici che umanisti perché pone al centro l’educazione sentimentale di un ragazzo alla scoperta di qualcosa per cui credere.

Il professore Michele Emmer, docente di matematica alla Sapienza di Roma, saggista e direttore del festival Matematica e cultura di Venezia, sulla rivista scientifica il Galileo scrive: “Il racconto funziona, coinvolge, naturalmente come teatro, come narrazione. Lo scopo non è certo quello di far nascere un interesse, delle emozioni nel pubblico, per la matematica stessa ma forse alla fine ci riesce, ed è proprio per questo che lo spettacolo funziona. Perché la matematica ti emoziona, almeno per i pochi istanti della recitazione. E credo che possa essere questo un bel complimento per l’autore e protagonista dello spettacolo Pierpaolo Palladino”.

Nel presentare lo spettacolo Rodolfo Di Giammarco, su La Repubblica scrive: “Le parole di Pierpaolo Palladino hanno una densità comunicativa particolare, una fluidità umana che parte sempre da un qualche fondo dell’anima”.

Di cosa narra lo spettacolo?

Un ragazzo, Lorenzo, di poco più di vent’anni si ritrova iscritto ad ingegneria perché figlio di ingegneri, ma la matematica gli sembra un mondo astratto e gli esami di Analisi 1 e Analisi 2 una raffica di numeri e formule fredde come l’Alaska. Non sa cosa vorrebbe fare da grande, di certo non l’ingegnere mentre fugge dall’amore di Valentina, la sua fidanzata per inseguire Nora, una cantante innamorata di sé stessa e della sua voce. Tra timori, fughe e passioni, Lorenzo incontra il professor Primo che lo instrada quasi per incanto alle sfide della matematica teorica che diventa arte agli occhi del ragazzo, gioia intuitiva e solitaria. Ora i numeri hanno un senso e il loro linguaggio parla di un mondo tanto astratto quanto passionale, come la vita stessa che diventa sentimento, misterioso e necessario, spesso insondabile, come l’amore.

Gabriella Radano di Marte Magazine lo consiglia perché nel testo  “la matematica come scuola di vita, come disegno del pensiero, è il principio attorno al quale ruota la sceneggiatura sapiente del monologo (…) Un’intricata sequenza di piani narrativi sentimentali che si fondono per divenire un tutt’uno con la rappresentazione psicologica”.

Qual è lo stile interpretativo ?

La formula evocativa dello spettacolo porta avanti il particolare discorso di Palladino sul “racconto teatrale”, affidando all’interpretazione di un solo attore tutti i ruoli di volta in volta evocati in scena in un serrato alternarsi del piano narrativo rivolto al pubblico, a quello dialogico dei personaggi tra loro.

A tale proposito Franco Cordelli, critico del Corriere della Sera scrive: “noi spettatori scopriamo l’equilibrio della gestualità di Palladino in quanto interprete: gestualità eloquentissima con il viso, con le mani, con il corpo tutto. Essa, da sé sola, fa lo spettacolo”.

Il tono della recitazione è motivo di riflessione per Laura Novelli de Il Giornale: “il tutto viene evocato in scena con pacata delicatezza, con uno stile colloquiale e semplice che non disdice però i passaggi di voce, le variazioni cromatiche da tono a tono…in questo nostalgico viaggio di iniziazione dove ognuno di noi può certamente ritrovare un pezzetto di sé.

Lo spettacolo giunto al quarto anno è stato replicato sia per un pubblico di studenti che adulto, tra cui ad esempio al teatro Garibaldi di Modica dove Valentina Raffa su Ragusa News sottolinea che:

L’attore e autore e anche organizzatore Pierpaolo Palladino ha appassionato il pubblico studentesco la mattina e adulto nella replica serale strappando qualche sorriso con un intercalare giovanile e colloquiale” o al teatro Elicantropo di Napoli con il commento di Diletta Capissi su Il denaro: “Una bella rappresentazione fondata anche sul ruolo della musica, sulla partitura musicale di Back come chiave di volta della risoluzione di un problema matematico, ma che fornisce il bandolo della matassa su come appassionarsi ad una materia così ostica. Probabilmente si suggerisce che bisognerebbe lavorare sul metodo e sul modo di insegnare la matematica, partendo da altre angolazioni. Quello della musica è sicuramente una ottima soluzione”. E ancora Lucio De Angelis su Notizie Radicali : “I pensieri dell’autore diventano musica e poesia per gli spettatori, spingendo qualcuno sino alla commozione”.

Sul ruolo fondamentale della musica anche Sara Pennisi su Il Grido.org segnala che: “Da cornice e contrappunto al testo, l’azzeccata scelta musicale dello spettacolo. Le canzoni selezionate riflettono il periodo in cui è ambientata la vicenda. Dagli anni 70 di Janis Joplin, dei Jethro Tull e dei Pink Floyd agli anni Ottanta degli U2. Perfetta è infine “More Than This” dei Roxi Music”.

Fino al ritorno a Roma al teatro dell’Orologio dove si aggiudica L’oscar de La repubblica al migliore spettacolo del momento in scena: “per l’originalità di questo testo in cui Palladino interpreta tutti i ruoli di volta in volta evocati in scena in un serrato alternarsi del piano narrativo (…) E’ uno spettacolo per chi già ama i numeri, ma anche per coloro che semplicemente apprezzano la commedia d’autore, che giungeranno al termine della commedia un po’ invaghiti della matematica”

Per tutti gli aspetti più strettamente scientifici l’autore si è avvalso della consulenza e disponibilità del prof. Fabio Rinaldi, docente di modelli matematici per l’ingegneria meccanica, facoltà di ingegneria industriale, presso l’università telematica Guglielmo Marconi di Roma.

L’attore è disponibile insieme a Fabio Rinaldi ad incontrare gli studenti prima e dopo lo spettacolo per discutere con loro di ogni aspetto inerente lo spettacolo e i temi trattati.

La matematica sentimentale è stata replicata per tre stagioni consecutive al teatro dell’Orologio dal 2009 al 2011 sia per il pubblico serale che per gli studenti accogliendo numerose classi di allievi di licei scientifici e classici oltre agli studenti del dipartimento di matematica della Sapienza.

Ha debuttato inoltre a:

Bologna festival La scienza in piazza marzo 2010

Venezia, Convegno di matematica e cultura marzo 2010

Modica, teatro Garibaldi, marzo 2011, matiné e serale

Napoli, teatro Elicantropo, aprile 2011, matiné e serale

Jesi, teatro studio Valeria Moriconi, maggio 2011, matiné e serale

La matematica sentimentale – Gli algoritmi della passione

Il giovane Lorenzo si ritrova iscritto ad ingegneria perché figlio di ingegneri, ma la matematica gli sembra un mondo astratto. Non sa cosa vorrebbe fare da grande e nel frattempo fugge dall’amore di Valentina, la sua fidanzata, per inseguire Nora, una cantante innamorata di sé stessa e della sua voce. Tra timori, fughe e passioni, Lorenzo incontra il professor Primo che lo instrada quasi per incanto alle sfide della matematica teorica che diventa arte agli occhi del ragazzo,gioia intuitiva e solitaria. Ora i numeri hanno un senso e il loro linguaggio parla di un mondo tanto astratto quanto passionale, come la vita stessa che diventa sentimento, misterioso e necessario, spesso insondabile, come l’amore.

 

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Recensioni a “La matematica sentimentale” degli studenti del James Joice di Ariccia – Novembre 2011

 

La matematica sentimentale – rassegna stampa

 

 

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La matematica sentimentale – rassegna stampa

IL CORRIERE DELLA SERA

“noi spettatori scopriamo l’equilibrio della gestualità di Palladino in quanto interprete: gestualità eloquentissima con il viso, con le mani, con il corpo tutto. Essa, da sé sola, fa lo spettacolo”

Franco Cordelli

IL DENARO

“La matematica sentimentale, scritto ed interpretato da Pierpaolo Palladino, è andato in scena, solo per tre giorni, al Teatro Elicantropo di Napoli. Un vero peccato perché è un monologo veramente brillante e divertente, interpretato nei diversi ruoli dallo stesso Palladino che con maestria attoriale, narra e fa rivivere il rapporto con la matematica, in particolare con gli esami di Analisi I e II, di questo giovane, Lorenzo costretto dal padre a seguire la facoltà di Ingegneria. L’interpretazione dei due giovani, uno apparentemente indolente e viziato, Lorenzo, non bravo in matematica, e l’altro Rocco, giovane di paese ma più incline alla matematica, è resa con sorprendente bravura, anche quando si cala nel ruolo del professore di matematica, che vive in funzione delle formule e della matematica teorica, ma che non riesce a risolvere un semplice problema con il padre, fargli una telefonata di compleanno. Una alternanza molto comunicativa, divertente e vivace di episodi e di storie, intrecciata alle storie d’amore. Ecco “Chi ha detto che la matematica è pura razionalità – scrive l’autore – freddo e sterile calcolo e lontana anni luce dall’universo del sentimento e dell’emozione?” La matematica offre risposte a chi non ne ha – recita il professore – ma la matematica è il sentimento, l’amore è il dilemma. La soluzione ad un problema – gli suggerisce – è una danza tra intuizione e deduzione. Stratagemmi, ingenui opportunismi di rapporti d’amicizia vissuti tra i banchi dell’università, ma anche solidarietà verso Rocco, il compagno che gli passa i compiti, che abbandonato dalla fidanzata abbandona l’Università ma che lui, Lorenzo recupera. Una bella rappresentazione fondata anche sul ruolo della musica, sulla partitura musicale di Back come chiave di volta della risoluzione di un problema matematico, ma che fornisce il bandolo della matassa su come appassionarsi ad una materia così ostica. Probabilmente si suggerisce che bisognerebbe lavorare sul metodo e sul modo di insegnare la matematica, partendo da altre angolazioni. Quello della musica è sicuramente una ottima soluzione. La vera storia d’amore raccontata è quella dunque per la matematica. Bravo Pierpaolo Palladino!”

 Diletta Capissi

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IL GIORNALE

Racconto di una giovinezza fragile e inquieta, che impara a vedere il bello nelle scelte sbagliate e ad amare con profonda consapevolezza….il tutto viene evocato in scena con pacata delicatezza, con uno stile colloquiale e semplice che non disdice però i passaggi di voce, le variazioni cromatiche da tono a tono…in questonostalgico viaggio di iniziazione dove ognuno di noi può certamente ritrovare un pezzetto di sé.

Laura Novelli

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NOTIZIE RADICALI

I pensieri dell’autore diventano musica e poesia per gli spettatori, spingendo qualcuno sino alla commozione.

Lucio De Angelis

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IL GIORNALE

“Tutto viene evocato in scena con pacata delicatezza, con uno stile colloquiale e semplice che non disdice però i passaggi di voce, le variazioni cromatiche da tono a tono. L’attore/narratore non interpreta, infatti, solo Lorenzo, ma si moltiplica nei tanti personaggi che agiscono in questo nostalgico viaggio di iniziazione dove ognuno di noi può certamente ritrovare un pezzetto di sé”

Laura Novelli

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LA REPUBBLICA

“Le parole di Pierpaolo Palladino hanno una densità comunicativa particolare, una fluidità umana che parte sempre da un qualche fondo dell’anima”.

Rodolfo Di Giammarco

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IL ROMANISTA

“La trama dello spettacolo è accattivante e divertente. E la matematica viene vista in un’ottica diversa […] Nulla è lasciato al caso nella cura, quasi scientificamente matematica della messa in scena.”

Flavio Di Stefano

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RADICALIROMA

“Pierpaolo Palladino, romantico extraterrestre di ‘Poetry’, pianeta della poesia, e validissimo autore di Racconti teatrali che sono sempre più noti al pubblico, come ad esempio “La banda”, dal quale è stato tratto “Senza swing”, lo show del Sistina con Flavio Insinua è il brillante protagonista di questo testo. […]….. e i pensieri dell’autore diventano musica e poesia per gli spettatori, spingendo qualcuno sino alla commozione.”

 Lucio De Angelis

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