Al Pacino – rassegna stampa

“Sola, vestita di nero, a piedi nudi, seduta su una sedia, sfoggia una serie di intonazioni, sguardi e gesti precisi, significativi ma sempre misurati e veri. Un teatro semplice, basato sulla parola, che racconta e smitizza il cinema guardandolo dal divano rosa di un primo camerino, dove arrivano a sedersi anche Coppola o Andy Garcia.”

IL CORRIERE DELLA SERA – Paolo Petroni


“Un teatro da camera di tutto rispetto magistralmente interpretato da una spumeggiante Cristina Aubry.”

IL TEMPO – Tiberia De Matteis

“Avvincente e avvolgente, il monologo a più voci di Aubry sfrutta tutte le corde di un testo scritto con palpabile sensibilità. Da una storia vera. Di quelle che nemmeno la fantasia saprebbe cogliere meglio.”

L’UNITA’ – Rossella Battisti

“La brava e disinvolta Aubry è Clara, è Corleone, è Coppola, è Andy Garcia, è l’autista di Pacino, è l’ingenuo faro che mette in luce tutti gli aspetti meschini del mondo dello spettacolo, fatto di personalità fragili che acuiscono tridimensionalità solo sotto i riflettori…”
IL MESSAGGEROPaola Polidoro

“Espressiva, volubile, ironica, tenera, suadente più che mai, l’attrice riveste di sguardi, tic, inflessioni dialettali, movimenti dei piedi e delle mani le varie presenze in gioco.”

IL GIORNALE – Laura Novelli

“Un monologo serrato e coinvolgente della durata di un’ora. I fatti sono narrati attraverso un avvincente flash back, reso in ogni sua parte ironico, fluido e piacevolissimo dall’Aubry.”

ITALIA SERA – Annalisa Venditti

“Al Pacino” innamorato di Roma incanta il pubblico.”

LIBERO – Chiara Buoncristiani

 

 

“Le parole di Pierpaolo Palladino hanno una densità comunicativa particolare, una fluidità umana che parte sempre da un qualche fondo dell’anima”.

LA REPUBBLICARodolfo Di Giammarco

 

“Lo spettacolo permette alla splendida Aubry di interpretare diversi personaggi al tempo stesso, trascinando il pubblico ad un’immedesimazione estraniata e giustamente plaudente alla fine.”

IL GIORNALE D’ITALIA – Gianluca Verlezza

“Un racconto intenso, amaro, che riesce a strappare sorrisi, un’interpretazione che parla al cuore con dolcezza, suscita emozioni e risveglia sentimenti.”

IL QUOTIDIANO DI CATANZARO – Amedeo Polisicchio

“Una trama articolata e composita, movimentata, a volte commovente, a volte comica, mai ferma, sempre incalzante […] Aubry è bravissima ad identificare e rendere riconoscibile i personaggi (e gli attori) mancanti (tanto da non farne sentire al pubblico la mancanza) attraverso la modulazione della voce e l’uso delle differenti e adeguate variazioni dell’italiano.”

DRAMMA.ITSilvia Moretti

“La protagonista poi, sola sulla scena su una sedia e illuminata da un occhio di bue, ha dovuto e ha saputo ricreare le diverse situazioni e i vari personaggi col solo ausilio della voce e della mimica: prova molto convincente e coinvolgente, con gustosissime imitazioni […] una proposta (teatrale) che non potete rifiutare…”

FUORI LE MURA – Myriam Caratu

 

“Pochi e pregnanti gesti bastano alla Aubry – imponendo con maestria un ritmo narrativo incalzante – a caratterizzare una deliziosa galleria di personaggi senza mai scadere nella caricatura.”

IL ROMANISTAPaola Conte

“Questo racconto pieno di poesia di Pier Paolo Palladino è magistralmente interpretato da Cristina Aubry che, emozionando, ha quasi materializzato il testo.”

NOTIZIE RADICALILucio De Angelis

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